AVIGLIANO UMBRO

Carne... vale (se) rosa  

 24 GENNAIO - 9 FEBBRAIO       

 

 

Quant’è bella giovinezza, che si fugge tuttavia!
chi vuol esser lieto, sia:di doman non c’è certezza.

                                                                                                                 Lorenzo De Medici

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Piccoli Trasporti Teatrali

presentano


 

Storia di Arlecchino e di altri diavoli del Carnevale

di e con Massimo Manini


 

In principio Dio creò il cielo e la terra”,...poi venne il Chaos: e l'uomo rimise tutte le cose in ordine! Con questo incipit provocatorio, come del resto provocatorio e dissacrante è il senso del Carnevale, comincia lo spettacolo presentato da Massimo Manini, attore, autore e regista di un cosiddetto “teatro della memoria”, che, nello stile dei suoi lavori precedenti, trascina gli spettatori in un vorticoso viaggio all'interno di questa festa; dalle origini ai giorni nostri. Un lavoro raffinato e costruito con sapiente maestria, dosato in tutte le sue parti e che porta in passerella una carrellata di personaggi, noti a tutti per le fogge dei propri costumi. Da Arlecchino a Pulcinella, da Pantalone a Balanzone, da Colombina a Rosaura, appaiono, uno dietro l'altro, con la loro carica di scoppiettante e inesauribile allegria, le anime e i corpi di queste icone: ognuna con una storia, ognuna col proprio carattere e coi propri modi di manifestarsi al pubblico. Gli intrecci, gli amori, i contrasti tra un personaggio e l'altro, riempiono la scena per raccontare una straordinaria storia: quella del Carnevale, delle sue maschere e di quel periodo storico-artistico conosciuto come Commedia dell'Arte, che ha portato in tutto il mondo, la cultura del nostro Paese. Uno spettacolo “divertente” nel senso più etimologico della parola: una prova d'attore importante, con la quale Manini si misura, interpretando tutti i personaggi, maschili e femminili, perfettamente a suo agio, con tanto di “frizzi e lazzi” che in un lavoro di questo tipo, non possono assolutamente mancare. Ciò che avviene aggiunto invece, a questa piccola opera teatrale, è “la poesia del valore antropologico” che c'è dietro ogni maschera del carnevale, di quel recupero della storia dell'uomo che non sempre è chiara e conosciuta da tutti. Le risate che queste figure provocano, fanno velo a significati antichi nascondendo agli occhi degli spettatori, le loro radici d'appartenenza. Ma è proprio qui, che il lavoro di Manini va oltre, indagando nel passato di questi “miti” per proporli al nostro presente contestualizzandone l'universo, senza togliere nulla di ciò che li ha generati, narrati e caratterizzati nei secoli e rafforzandone il valore simbolico, sociale e umano che hanno sempre avuto. C'è il tempo per ridere in questo spettacolo, ma anche per riflettere: ci sono momenti allegri e di grande poesia, di forti emozioni. Come uno spettacolo dovrebbe regalare a chi vuole vedere oltre a ciò che gli occhi normalmente guardano.

 

 

Scena, costumi e regia

Massimo Manini

 

 

 

Massimo Manini

Note biografiche in breve

 

Diplomato al Liceo Artistico di Bologna, è attore, autore e regista, di un cosiddetto “Teatro della Memoria e Impegno Civile”. Formatosi negli anni ’70 con workshop tenuti da attori del Living Theatre, Odin Teatret, Grotowski e Kantor, ha lavorato come interprete nelle maggiori rassegne e festival nazionali e internazionali come Sant’Arcangelo di Romagna, Aradeo, Avignone, Niort, Stoccolma e Monaco. Nel 1987 ha frequentato il Zirkus-Sommerschule für Circo Piccolini, Köln (GER) dove ha appreso le teniche base della clowneria, acrobatica, juggling. Ha collaborato per laboratori e conferenze col Prof.re Gerardo Guccini del DMS di Bologna, il Prof.re Roberto Trovato del DMS di Genova/Imperia e il Prof.re Mauro Pesce della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna. In televisione, ha lavorato come attore, per Rai, Mediaset, TMC; come regista per èTV. Per il cinema, in alcune produzioni indipendenti e nel film diretto da Giorgio Diritti, “L’uomo che verrà”, prodotto da Rai Cinema. Iscritto alla SIAE, nel 2002 ha pubblicato un romanzo con la presentazione di Pupi Avati: “Fòdbal 4° Brigata”. Per la compagnia internazionale di danza Aterballetto (RE) ha scritto e interpretato i testi dello spettacolo “Tre parti di noi” su opere di Italo Calvino. Vincitore nel 2010, del primo premio ANCI con un progetto di Teatro/Scuola/Comunità per il Comune di Avigliano Umbro, sta definendo un metodo di lavoro, per insegnare il teatro nella scuola.